Leo Pharma rileva da Boehringer Ingelheim i diritti globali relativi a Spevigo (spesolimab), farmaco approvato per la psoriasi pustolosa generalizzata (GPP), rara e grave malattia autoimmune della pelle.
L’accordo prevede un pagamento upfront di 90 milioni di euro, a cui si aggiungeranno milestone e royalty non ancora divulgate.
È il secondo accordo strategico dell’anno per Leo Pharma, dopo la firma a gennaio di un’intesa da 1,7 miliardi di dollari con Gilead per il programma STAT6, che mira allo sviluppo di nuove terapie orali contro le malattie infiammatorie, in alternativa ai biologici iniettabili.
L’obiettivo dichiarato dell’azienda danese è quello di concentrarsi esclusivamente sulla dermatologia, razionalizzando il portafoglio prodotti e puntando su innovazione esterna ad alto valore aggiunto.“Boehringer ci ha scelti come partner perché facciamo solo dermatologia: possiamo generare più valore grazie alla nostra expertise clinica, commerciale e di accesso al mercato”, osserva Christophe Bourdon, CEO di Leo Pharma.
Spevigo, primo farmaco mirato per la GPP
Approvato nel 2022, Spevigo è il primo anticorpo selettivo ad agire sul pathway IL-36, implicato negli episodi acuti e improvvisi – i flare – della GPP. Nel 2023 ha ottenuto l’estensione dell’indicazione per i pazienti dai 12 anni in su.
Il farmaco è commercializzato in oltre 40 Paesi ed è utilizzabile sia nella fase acuta, sia in quella di profilassi della GPP, attraverso iniezioni mensili. Attualmente è anche protagonista di uno studio di fase III che lo sta valutando nel pioderma gangrenoso, altra rara malattia dermatologica autoimmune per la quale non esistono ancora trattamenti approvati.
Nella pipeline di Leo Pharma, Spevigo si affianca ad Adbry (tralokinumab, anticorpo anti-IL-13 approvato nel 2021 per la dermatite atopica e al JAK inibitore topico delgocitinib, ora all’esame della FDA per l’eczema cronico delle mani.
